Se fossero tutti così

Se i prelati, quelli importanti e che aprono la bocca e gli danno fiato per capirci, fossero come i “preti di periferia” e Monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa e vicepresidente uscente della Cei, in Italia non ci sarebbero così tanti anticlericali convinti e molti altri sulla buona strada (tipo il sottoscritto per esempio).

L’intervista rilasciata alla Stampa qualche giorno fa, è la prova lampante.

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Ma un paio di citazioni ci stanno tutte per far capire il tono:

Su Bagnasco:

Bagnasco ha puntato su temi caldi come l’aborto e la famiglia, ha tracciato una linea netta. Ma non è che se cade il governo i problemi dell’Italia si risolvono anzi le emergenze sociali si accentuano

Sui Teocon

Ovunque vadano non sono capaci di stare normalmente in mezzo alla gente. Li abbiamo visti ai raduni di Loreto, al Family day, alle udienze papale del mercoledì. Purtroppo le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno questa mania di presenzialismo e di visibilità e così si diventa più papalini del Papa.

Sulla “Morale” dei Teodem/Teocon

Finita la stagione della Dc, si diceva che i cattolici impegnati in politica dovessero essere uniti sui valori. Ma ciò in concreto non avviene. Allora è chiaro che la Chiesa si trova anche un po’ spiazzata perché latita la visione cristiana della vita, della politica, della società.Non abbiamo un laicato maturo che sappia tradurre tutto questo in gesti e decisioni credibili. Se dobbiamo andare dietro alle bandiere degli atei devoti e dei tecon, c’è di che temere

Sulla moratoria

La moratoria per l’aborto, per esempio, è un’altra invenzione estemporanea. Ma perché si è mai sentito un cattolico difendere l’aborto?

Pare che il Crociato più popolare non l’abbia presa molto bene sulle pagine de Il Foglio (purtroppo offline per ristrutturazione)